Come lavorare nel mondo del motorsport? In tanti ci ponete spesso questa domanda.
Mi chiamo Giuseppe e oggi vi parlerò del percorso che sto seguendo per realizzare questo sogno. Non c’è una vera e propria guida e forse anche per questo spesso si è un po’ disorientati, soprattutto nella scelta dopo il diploma di scuola superiore.
Fin da bambino distruggevo le Hotwheels, smanettavo su Gran Turismo, guardavo compilation di incidenti d’auto, seguivo la Formula1 e le altre categorie…insomma nulla di nuovo per un appassionato! Quando ho capito effettivamente che non era più una semplice passione? Quando, vedendo dati e analisi, non riuscivo a comprendere molto ma avevo voglia di capire, di saperli interpretare, desideravo restare chiuso nei box tutto il giorno!
Tralasciando i vari sentimentalismi per Misano, Vallelunga e Mugello (che ho avuto il piacere di visitare da spettatore) nel concreto, oltre a bazzicare nel garage, avevo seguito solo qualche lezione in pista di guida sportiva e partecipato alle classiche kartate in compagnia. Dovevo e volevo specializzarmi in qualcosa, così alla fine del percorso di scuola superiore mi sono iscritto alla triennale di Ingegneria Meccanica presso il Politecnico delle Marche (anche con una bella dose di incoscienza).
La vita universitaria procedeva fra alti e bassi finché, in un giorno di ottobre, ho visto esposta la monoposto del Polimarche Racing Team davanti l’ingresso della facoltà. Ho subito chiesto informazioni sulla formula SAE ed ho deciso di partecipare al reclutamento.
Il primo tentativo è stato fallimentare ma sono riuscito ad entrare nel team l’anno successivo: nel reparto di Dinamica del veicolo è iniziato tutto. Oltre ad aver trovato una seconda famiglia, fra lezioni di formazione, ore e ore passate in officina e ad eventi organizzati, ho appreso un gran numero di nozioni tecniche, oltre ad un arricchimento a livello umano grazie ai rapporti con i miei colleghi. La cosa davvero importante è che grazie a questa esperienza ho iniziato a capire quali siano i miei punti di forza e quali quelli deboli.
Un luogo comune errato è la convinzione che la formula SAE sia una perdita di tempo perché non vengono assegnati crediti formativi… Invece questa prima esperienza sta diventando un requisito minimo nell’ambito del motorsport! Oltre all’infarinatura tecnica in sé, le gare ti permettono di conoscere ingegneri e aziende prestigiose del settore italiano e internazionale e questo è un buon trampolino di lancio!
Un anno dopo ho conosciuto la pagina Instagram di Andrea, allora agli esordi: confrontandoci, abbiamo deciso di iniziare una collaborazione per la scrittura di post inerenti la formula SAE e la dinamica del veicolo. Se volete approfondire la questione, andate a vederveli!
E il rally in tutto ciò? Durante il periodo della SAE ho stretto grandi amicizie con i ragazzi del mio reparto e fra questi c'era Emanuele, che ha pensato di rendermi partecipe di un nuovo progetto: fornire assistenza tecnica circa la dinamica del veicolo nei rally. Grazie alle nozioni apprese in SAE ho fatto un pretest stagionale di prova e sono partito per la prima esperienza…poi purtroppo c’è stato lo stop a causa del CoVid-19.
Ripresa l’attività, anche se con varie modifiche, abbiamo continuato con altri test e gare nella stagione 2020. Il nostro ruolo consisteva nel tradurre le sensazioni del pilota in dati, andando a modificare la pressione degli pneumatici, le regolazioni idrauliche sugli ammortizzatori e le rigidezze dell’auto. Sedersi su una Ford Fiesta R2b m-sport è stata davvero un’emozione che non dimenticherò mai.
Per continuare a specializzarmi in questo ambito, i prossimi obiettivi saranno il conseguimento di un corso da collaudatore ed un master in Telemetria e acquisizione dati.
Nel corso di questi anni quante volte ho pensato di mollare tutto? Tante, ma alla fine dopo poche ore tornavo sempre sui miei passi. La nostra passione saprà sempre come ripagarci.
Giuseppe Di Florio
Comments