Una donna in abiti da pilota che impugna il volante di un’auto dal blu inconfondibile, coronata di fiori e d’alloro: questo era il doodle che Google ci proponeva ieri, aprendo la pagina del motore di ricerca. Ma quanti di voi conoscono questa bellissima storia?
Il nome della donna era Eliška Junková, pilota automobilistica nata nell’attuale Repubblica Ceca proprio il 16 novembre del 1900 e morta a Praga il 5 gennaio 1994.
Fu una delle prime donne a prendere la patente di guida nella Cecoslovacchia comunista e la prima in assoluto a vincere un Gran Premio, tanto che venne fregiata del titolo di «Regina del volante».
Sesta di otto figli, a sedici anni trovò impiego in una filiale di banca dove conobbe il giovane banchiere Vincenc Junek, grande appassionato di motori. I due si sposarono nel 1922 e sembrerebbe che lei gli avesse detto «Se sarai l’amore della mia vita, è meglio che io impari ad amare questi dannati motori».
Non fu necessario un grande sforzo: il fascino delle auto sportive, in particolare delle Bugatti, riuscì a conquistarla facilmente. Acquistata una Bugatti Tipo 30, la coppia cominciò a prendere parte a una serie di gare automobilistiche: Vinenc alla guida, Eliska al suo fianco come copilota e meccanico. Tuttavia, una ferita alla mano compromise le abilità di cambiare marcia del marito, così il volante passò a lei.
La sua prima gara da professionista si disputò nel 1923, con Vinenc seduto accanto; l’anno seguente era pronta per gareggiare da sola: vinse la Lochotín-Třemošná e divenne la beniamina della nazione. Per celebrare le sue vittorie, i coniugi Juneks acquistarono una seconda Bugatti, instaurando quello che sarà un longevo rapporto di amicizia con Ettore Bugatti in persona.
Dal 1926 ebbe inizio la sua esperienza europea, gareggiando contro i migliori piloti in circolazione. Prese parte anche all’intramontabile targa Florio nel 1927 e nel 1928, segnando un ottimo quinto piazzamento (dopo aver condotto gran parte della corsa in testa) con la sua BugattiT35B.
Ma il 1928 fu un anno dolceamaro: all’apice della sua carriera, si ritirò dalle corse a causa della scomparsa del marito, che si spense fra le curve del Nurburgring durante il Gran Premio di Germania. Profondamente scossa, vendette le auto che aveva collezionato insieme a lui ma la sua amicizia con Ettore Bugatti non terminò lì: lui stesso la volle come ambasciatrice del marchio, coinvolgendola in diversi progetti in giro per il mondo.
Risposatasi nel dopoguerra con uno scrittore, venne tuttavia dimenticata per molti anni finché fu pubblicata la sua autobiografia La mia memoria è una Bugatti che le restituì i giusti meriti e la notorietà.
Partecipò anche ad alcune manifestazioni organizzate dalla casa automobilistica in qualità di ospite d’onore e la sua ultima apparizione pubblica risale proprio ad un raduno della Bugatti: era il 1989, cinque anni prima della sua scomparsa avvenuta alla veneranda età di 94 anni.
Fun fact: partecipò anche alla progettazione del circuito di Jan Masaryk di Brno, tuttora in uso! Insomma, fu una vera appassionata a cui mi è sembrato doveroso rendere omaggio!
ottima iniziativa